Il Ministro per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione, Andrea Riccardi, scrive alla Fondazione Valenzi una lettera di plauso in particolare per le attività svolte nell’ambito del progetto Bell’e buon’
Cari amici della Fondazione Valenzi,
volentieri vi scrivo per testimoniarvi la mia vicinanza e la mia simpatia. In particolare dopo aver ricevuto più recenti notizie della vostra attività, nonché la presentazione del vostro progetto “BelI’ e buon’. Suoni, colori e rappresentazioni”. Davvero ritengo che l’iniziativa costituisca un approccio innovativo ed efficace di fronte al problema dell’emarginazione infantile, un tema che tocca tutti coloro che hanno a cuore il futuro, e che purtroppo a Napoli si manifesta non solo in termini quantitativi di inaccettabile ampiezza, bensì pure in forme drammaticamente intricate, che mescolano tra loro aspetti economici, sociali, culturali, di devianza criminale.
Come rispondere a tutto questo? Senz’altro con l’impegno, le risorse, l’inventiva, che sono già state messe in campo da una pluralità di soggetti, pubblici e non: le istituzioni statali, gli enti locali, la scuola, la Chiesa, l’associazionismo, etc .. Ma mi sembra che il vostro accostarvi al disagio di tanti bambini si distingua per un qualcosa di tanto prezioso quanto peculiare. Mi sembra voi capiate bene quanto gli esseri umani, e i bambini in primis, abbiano bisogno di capire e vivere il bello.
E’ un bisogno, non un “di più”. Che alberga nel cuore di ciascuno. Nonché un seme di vita differente, quella spinta che è stata ed è alla radice di ogni grande progresso dell’umanità, e la prefigurazione di un futuro diverso.
Insegnare l’amore per la bellezza e l’autenticità avrà un ritorno di bellezza e di autenticità, svilupperà capacità empatiche e relazionali, fornirà un nuovo modello di crescita, tanto diverso dai modelli tristi, volgari, violenti, talvolta proposti ai minori. Modelli capaci di tras figurarli , e perché no? -di trasfigurare i contesti urbani in cui essi crescono. Lo vediamo già, del resto, in tante scuole. Quante volte bambini, ragazzi, adolescenti, vengono rapiti dal messaggio della nostra letteratura, della nostra storia artistica! E quanto tutto questo apre a vite nuove, più pulite, più belle, più buone!
E’ un processo lungo, certamente. Ma quanto è significativo che esso parta dai piccoli, e grandi, passi concreti di cui il Mezzogiorno sa essere capace! E’ un processo che parte anche da voi, dalla passione e dalla fantasia dimostrate da chi ha voluto puntare sulla speranza e sul futuro.
Il vostro progetto si situa in aree urbane periferiche, in contesti depressi, m comunità non pienamente integrate. E però rende plasticamente la convinzione e l’esperienza che ho, nonché la convinzione e ]’ esperienza che hanno in molti, ovvero che con una grande alleanza, con una scommessa sul bello e sul buono, si viene fuori da ogni situazione di difficoltà, da ogni crisi. Il vostro progetto rivela la forza di cambiamento che sempre il rinascere della speranza, e l’apertura al bello, liberano in un essere umano, in una comunità cittadina, o nazionale.
Sì, il vostro impegno apre uno squarcio sul mondo come potrebbe essere, come speriamo sarà, come voi avete già in parte contribuito a costruire.
Eppure -si potrebbe dire -il mondo cambia forse in questo modo? Non è l’intervento di una piccola fondazione solo una goccia nel mare? No, cari amici. Il problema del nostro tempo è proprio la mancanza di fiducia e di speranza. Fin troppo subiamo l’assedio del pessimismo e della rassegnazione. forse a Napoli questo è ancora più vero. Ma voi scommettete sul valore dell’ accompagnamento, fate crescere i frutti della cultura, vi fate araldi di un futuro più bello e più buono. Una goccia nel mare? Ma anche la prima luce dell’alba. Tutto sta al punto di vista da cui si sceglie di guardare le cose. Del resto, chi dice di voler iniziare a cambiare il futuro, forse finisce col cambiarlo. Chi invece dice che non è possibile, che non c’è nulla da fare, è difficile riesca a combinare qualcosa.
Ma, appunto, il vostro lavoro esprime la convinzione che tutto può cambiare, il vostro impegno forza l’avvento di un tempo migliore. E la trasformazione di tanti contesti di emarginazione e di difficoltà in spazi di speranza, di cultura, di arte, di bellezza, diviene figura di un’umanizzazione e di un riscatto più larghi e generali, destinati a toccare -me lo auguro vivamente -tutta Napoli e l’intero Mezzogiorno.
Andrea Riccardi
Ministro per la Cooperazione Internazionale
e l’Integrazione