Criticamente
contro ogni forma di discriminazione
Il progetto Criticamente proposto dalla Fondazione Valenzi, nell’ambito del “Programma Scuola Viva – Azioni di Accompagnamento”, si inserisce nel quinto degli otto assi tematici previsti dal bando “Sviluppo Sostenibile Sociale”, e riguarda la lotta contro ogni tipo di discriminazione. Attraverso la realizzazione e la diffusione di iniziative pedagogiche e didattiche, così come di mostre, dibattiti ed eventi. L’obiettivo del progetto è contrastare, a partire dall’analisi e dalla ricerca storica, la propaganda xenofoba, antisemita e razzista diffusa all’interno della società del web. Il progetto, inoltre, prevede l’utilizzo di diversi strumenti didattici allo scopo di sviluppare il pensiero critico dei giovani, attraverso una ricognizione della storia contemporanea, e alla luce delle analisi dei contenuti virtuali, saranno in grado di riconoscere l’importanza di un buon utilizzo dei propri strumenti digitali, così come di riflettere attentamente sulle persone e i siti da seguire, oltre che sul contenuto da condividere, in modo da non diventare facili strumenti della manipolazione digitale. A questo proposito è stato anche avviato il concorso Criticamente Open School Contest e la mostra Criticamente.
Criticamente open school contest
Nell’ambito del progetto #CriticaMente, la Fondazione Valenzi bandisce il concorso #CriticaMente Open School Contest, rivolto a tutte le ragazze e i ragazzi della Campania tra gli 11 e i 19 anni, che ha come oggetto la realizzazione di perfomances quali video, racconti, poesie, canzoni, dipinti, murales e altri prodotti artistici indirizzati a contrastare ogni tipo di discriminazione, in particolar modo quelle di tipo razziale, xenofobo e antisemita. L’obiettivo finale è che le diverse creazioni si possano condividere attraverso le diverse piattaforme digitali e i social (Facebook, Instagram), come un chiaro messaggio del compromesso dei più giovani nella lotta contro le discriminazioni.
Per partecipare al concorso, i ragazzi dovranno condividere il loro prodotto artistico su Facebook (@FondazioneValenzi) e Instagram (@fondazione_valenzi), taggando la Fondazione Valenzi e aggiungendo gli hashtag #criticamente #nonpiudiscriminazione #pensierocriticocontrolefakenews, entro e non oltre il 20 dicembre 2022.
Tutti gli elaborati saranno valutati da una Giuria di Qualità che selezionerà i finalisti. Le opere finaliste saranno poi caricate sulle pagine Facebook e Instagram della Fondazione Valenzi e votate anche dal pubblico, che deciderà i vincitori del concorso. I vincitori saranno poi premiati il 26 gennaio 2023, durante l’incontro della Giornata Mondiale per la Memoria ed evento di socializzazione sia del progetto, che delle opere vincitrici.
Tutte le notizie relative al concorso #CriticaMente saranno comunicate dalla Fondazione Valenzi sulle pagine Facebook e Instagram della fondazione e sul sito web.
Ai tre elaborati vincitori saranno consegnati i seguenti premi:
1°- FitBit Versa 2;
2°- JBL Flip Essential;
3°- Cuffie Wireless Xiaomi Basic 2.
Scaricare il bando di concorso al link
Per maggiori informazioni sul progetto #CriticaMente dicembre
News
#CriticaMente: giovedì 26 gennaio al Teatro Trianon l’evento conclusivo
Giovedì 26 gennaio dalle 9:30 presso il Teatro Trianon a Napoli, in occasione del Giorno della Memoria l’evento conclusivo del progetto #CriticaMente della Fondazione Valenzi.
“Migranti, diritti, accoglienza” incontro venerdì 25 novembre
Venerdì 25 novembre dalle 11 nella sede del Maschio Angioino “Migranti, diritti, accoglienza“: un incontro con gli studenti su sfide del futuro, non solo a
La guerra dimenticata. A 30 anni dal conflitto in Bosnia. Mostra fotografica di Mario Boccia
Dal 19 ottobre al 14 novembre presso la Sala Litza Cittanova Valenzi nella nostra sede al Maschio Angioino. 30 anni fa, la notte tra il
Mostra Criticamente
Il linguaggio dell’odio
L’importanza delle parole
“L’odio è la malattia sociale del nostro tempo, stravolge le coscienze e i rapporti umani, si impadronisce delle nostre parole, è il grande incubatore della violenza”.
W. Veltroni
La diffusione dell’odio parte dal linguaggio. Tutto inizia, come è già accaduto tante volte in passato, con le parole.
Quasi che abbiamo bisogno di nemici, li costruiamo ad arte e diffondiamo narrazioni attribuendo loro comportamenti inquietanti, se non proprio orribili.
Con l’uso dei social siamo tutti in rete, tutti collegati.
Così il veleno ha trovato terreno fertile e si diffonde veloce; una volta propagato, l’odio, è difficile da disinnescare.
Facciamo un uso intelligente e selettivo dei social, non facciamoci manipolare.
In fondo è facile: quando il linguaggio è offensivo e livoroso è già ALLARME ROSSO.
La fabbrica delle falsità
Le fake corrono sul web
La menzogna corre spedita e arriva a tutti rapidamente, mentre la verità è lenta e faticosa:
questa differenza di velocità è un grande pericolo.
Internet nasce come un’enorme rete di conoscenza accessibile a tutti.
La facilità con cui ci arrivano le informazioni, però, ha il suo rovescio: sono tante le notizie false, costruite per orientare negativamente le persone, soprattutto i giovani.
Le fake news, le bufale, sono diffuse a piene mani e comunicate con la parvenza di “verità”.
Invasive, virali, in breve diventano IGNORANZA COLLETTIVA.
Tendono quasi sempre a disinformare su temi sensibili: XENOFOBIA, ANTISEMITISMO e RAZZISMO in primis. Ma anche omofobia, bullismo, sessismo…
non ne sono esenti lo sport (si pensi al tifo calcistico), la scienza, le religioni, i costumi e le abitudini in genere.
Le fake possono essere ingenuamente condivise dai nostri amici, perciò siamo
portati a mettere un like o a diffonderle a nostra volta.
Xenofobia
Il 25 ottobre 2018 il Parlamento europeo ha votato una risoluzione su Aumento della violenza neofascista in Europa, un documento che rivela un’escalation degli episodi di odio antisemita, razziale e xenofobo in tutti i Paesi dell’Unione europea.
I dati sottolineano, ad esempio, che il numero di persone arrestate per reati di estremismo di destra nel 2017 è raddoppiato rispetto al 2016. La xenofobia è in espansione in tutta Europa, lo dimostrano i casi della Polonia, della Grecia, dell’Italia, della Germania, della
Scandinavia, dei Paesi Baltici.
Il Parlamento europeo sottolinea la necessità di difendere le minoranze che sono i bersagli diretti di quest’ondata di odio. Tra le tante misure indicate per fronteggiare questa escalation di violenza si richiama:
- La necessità di una formazione delle forze dell’ordine, “ispirata ai diritti umani e in un’ottica di servizio”.
- Si invitano le società di calcio a contrastare razzismo, fascismo e xenofobia negli stadi e nella cultura sportiva.
- Si sottolinea che la conoscenza della storia costituisce uno strumento importante per prevenire questi crimini oltre che per formare le future generazioni.
Gli strumenti della manipolazione
Una fiaba per educare i bambini a odiare
Un esempio storico: nella Germania nazista nel 1934 fu istituito il Ministero per l’Educazione nazionale, che emanò
rigide linee-guida educative rivolte ad editori, autori e insegnanti.
Scopo primario di questa nuova scuola fu quello di inculcare nella gioventù lo spirito d’appartenenza alla comunità tedesca, la venerazione per il Fuhrer e il disprezzo verso il nemico per antomasia, grande contaminatore della purezza ariana e veicolo di tutti i mali: l’ebreo!
Molti manuali, sussidiari, libri di scuola o di svago divengono materiali didattici per formare i giovanissimi al nuovo dettato nazionalsocialista.
Si arriva a inventare fiabe dove il cattivo non è il lupo o l’orco; il cattivo è un uomo che ha solo la colpa di esistere.
Ecco in breve un esempio di fiaba di regime: il fungo velenoso.
Una mamma accompagna suo figlio Franz nel bosco in cerca di funghi; è l’occasione per insegnare al bimbo come riconoscere i funghi buoni da mangiare da quelli velenosi.
Similmente, nella vita, esistono persone buone e persone cattive, che si confondono con le prime e bisogna imparare a riconoscerle.
Gli ebrei, questo è il senso della fiaba, come succede con i funghi, sono attraenti ma velenosi, e soprattutto non facili da distinguere.
Questa fiaba per bambini è l’esempio di come si pianifica l’odio.
La prima fake news della storia contemporanea
Ecco un famoso falso storico: i “Protocolli dei Savi di Sion”, un libro-documento che circolò nel primo Novecento come verbale di una riunione, segreta, che si sarebbe tenuta tra i capi dell’ebraismo mondiale, scopo: conquistare il mondo. Fu per prima La polizia segreta russa a diffonderlo per giustificare le persecuzioni del regime zarista nei confronti di ebrei. Dopo la Prima Guerra Mondiale il libro arrivò anche in Germania, in Francia e negli Stati Uniti. A scoprire e denunciare che si trattava di un falso fu il quotidiano britannico Times nel 1921. Nonostante questa denuncia i “Protocolli” continuarono a circolare e l’estrema destra tedesca li utilizzò per far ricadere sul complotto ebreo la colpa della sconfitta tedesca nella Grande Guerra.
Antisemitismo
Giornali, vignette e realtà
Julius Streicher, direttore della rivista Der Stürmer (l’attaccante), fu uno dei più feroci propagandisti dell’antisemitismo, favorevole ad azioni violente e aggressive contro gli ebrei allo scopo di costringerli ad abbandonare la Germania. Nel maggio 1934, Streicher dedicò un numero speciale di Der Stürmer alla popolare impostura dell’omicidio rituale, secondo la quale gli ebrei utilizzavano sangue cristiano per il rito della Pasqua. In copertina, a fianco di una vignetta in cui due ebrei muniti di coltello e bacile raccoglievano il sangue zampillante dai corpi dei bambini cristiani uccisi, un titolo annunciava a caratteri cubitali: Scoperto piano omicida degli ebrei contro l’umanità non ebraica. Sotto, il solito slogan: Gli ebrei sono la nostra disgrazia.
Semplificazione e complessità
Vedere, ascoltare, parlare
LE TRE SCIMMIETTE, provengono da una cultura e una filosofia orientali, di natura positiva, ma presso di noi hanno acquisito un significato negativo, omertoso e non solo.
Cieche, sorde e mute all’occorrenza, sono l’esempio plastico di un comportamento effimero, di comodo.
Disinteressarci di cosa succede intorno a noi, restare in superfice e rifiutarci di capire equivale a non crescere culturalmente e a non essere strutturati. Diventiamo quindi il bersaglio privilegiato di quanti spadroneggiano il web con la disinformazione e l’odio.
DIFFIDIAMO DELLE SEMPLIFICAZIONI.
Il mondo è complesso e non ci possiamo permettere di essere superficiali.
Le vie facili, semplificative, non esistono. Sui social si profitta proprio dell’ignoranza per propagare narrazioni lontane dalla realtà.
Non possiamo essere soggetti passivi di quello che accade, non possiamo accettare nulla senza approfondire.
La conoscenza e il pensiero critico, ci rendono liberi e consapevoli.
Razzismo
Un solo esempio su milioni.
Un esempio recente che ha provocato (giustamente) centinaia di manifestazioni in tutto il mondo.
Due poliziotti arrestano un cittadino di colore che si fa ammanettare senza opporre resistenza. Poi lo stendono pancia a terra. Uno dei poliziotti preme con un ginocchio il collo dell’arrestato, lo tiene così, pressato sotto il peso del corpo per tanti minuti, fino a soffocarlo.
I poliziotti sono bianchi e l’uomo arrestato è un nero.
Difficile non pensare che quella pressione con il ginocchio, che provoca la morte di George Floyd, cittadino afro-americano, ammanettato e innocuo, non sia dovuta al disprezzo razziale.
Questo episodio è avvenuto negli USA, cioè in una democrazia avanzata, e non è certo il solo: ci insegna che il razzismo è latente, presente ovunque.
Razzismo
Concezione fondata sul presupposto che esistano razze umane biologicamente e storicamente superiori ad altre razze. È alla base di una prassi politica volta, con discriminazioni e persecuzioni, a garantire la ‘purezza’ e il predominio della ‘razza superiore’.
Tutta la scienza è concorde sul fatto che le razze non esistono e c’è una sola razza: quella umana.
Le difese
La libertà di espressione non può essere confusa con la licenziosità di messaggi sbagliati o artatamente falsi.
Come difendersi dalla mole quotidiana di fake o di segnali subdoli?
Dipende, prima di tutto, dalla volontà personale di non essere manipolati.
Nei social (YouTube, TikTok, Instagram, ecc. ) sono suggerite alcune regole:
Non ti fidare dei titoli
Se sono altisonanti, cubitali e esagerati nei contenuti, sii cauto.
Guarda bene l’Url
Potrebbe essere fasullo, il taroccamento di una fonte attendibile.
Fai ricerche sulla fonte
Se ti è sconosciuta, controlla bene la Pagina.
Fai attenzione alla formattazione
Spesso il falso è impaginato male e contiene errori nel testo.
Fai attenzione alle immagini
Foto e video sono spesso ritoccati. Se autentici ma presi a prestito, sono fuori contesto.
Controlla le date
La cronologia degli avvenimenti spesso è il punto debole del falso.
Controlla se altre fonti riportano la notizia
Se una notizia è vera è riportata da più fonti.
Potrebbe essere uno scherzo
Spesso circolano parodie e satire, valuta se il tono è umoristico.
Usa sempre le tue capacità critiche e se hai dubbi chiedi anche agli insegnanti.
La scuola è un luogo di conoscenza e di approfondimento.