Il tema dell’incontro, con format di focus group al fine di elaborare concretamente proposte da sottoporre all’attenzione dei candidati sindaco, dei media e dell’opinione pubblica, ha declinato il tema dell’imprenditorialità e dell’innovazione quale volano per la ripresa economica della Città.
La sessione è stata presieduta dal Presidente dell’Unione Industriali di Napoli Ambrogio Prezioso accompagnato dal Segretario Generale della Fondazione Valenzi Antonio Damiano. Il panel era così composto: i docenti universitari Amedeo Di Maio e Sergio Sciarelli, l’esperto di lavoro e formazione Costantino Formica, il presidente della SVIMEZ Adriano Giannola, il consulente aziendale Antonio Lucisano, il presidente della Istituto Banco Napoli Fondazione Daniele Marrama, l’imprenditore Dario Scalella, il presidente di Federconsumatori Campania Rosario Stornaiuolo, l’avvocato Alfonso Trapuzzano.
Dopo lunga e approfondita discussione iniziata con gli spunti di riflessione offerti da Ambrogio Prezioso, il gruppo di lavoro ha formulato le seguenti proposte circa le possibilità di una nuova politica economica e del lavoro per Napoli che si riportano sinteticamente di seguito.
Il presidente Prezioso e gli esperti intervenuti hanno da subito ravvisato la necessità per la nuova Amministrazione Comunale di ideare e progettare le strategie di sviluppo di Napoli con una visione d’insieme e coerente, non più rinviabile, all’intera area metropolitana. Dovrà essere la nuova entità della Città Metropolitana, pur con tutti i dubbi e le zone di incertezza che ancora porta in nuce, il catalizzatore di progetti e attrazione di investimenti. Prioritario e di fondamento, per tutti gli intervenuti, è legare strettamente una progettualità a sostegno delle imprese e della produttività, la quale sia pluriennale e non legata alla logica dell’emergenza o all’orizzonte temporale limitato della durata dei nuovi organi politico-istituzionali, ad una convinta stabilizzazione della forza lavoro.
Il gruppo di lavoro ha ravvisato pressochè unanimemente alcune considerazioni di fondo, le quali è necessario redimere o affrontare affinché il tessuto imprenditoriale e in generale l’economia napoletana possa tornare, più stabilmente, a riprendere una stagione di segno positivo. Tra queste considerazioni è emerso l’auspicio che la prossima guida della Città lavori realmente per promuovere, recuperare e consolidare una proficua e concreta voglia di fare sistema, creare sinergie e confronti produttivi con tutte le autorità e le istituzioni sovraordinate; prima tra tutte la Regione, per quel che concerne l’attrazione dei sostegni europei e poi il Governo centrale per promuovere una regia unitaria nella valorizzazione del capitale umano, del know how e del patrimonio materiale e immateriale di Napoli nel lungo periodo. Richiamando i presenti la frase di Maurizio Valenzi per la quale “Napoli non si governa da un solo Palazzo”, è da superare dunque qualsivoglia attrazione alla separazione o lotta di potere e quindi frammentazione dei centri decisionali, circostanze che nel mondo economico fiaccano l’imprenditoria del luogo e impaurisce le possibilità di investimento esterne. Una sana voglia di fare rete in ogni caso è utile nasca e cresca anche tra gli stessi soggetti privati operanti sul territorio, non sempre votati realmente ad una logica della cordata a fini propositivi e produttivi. Un’ulteriore considerazione altrettanto sentita ha riguardato le competenze e cioè, in breve, che nei luoghi deputati a decidere di finanziamenti e strategie di impresa, tra tutte, le aziende pubbliche o le agenzie collegate al sostegno allo sviluppo, ci siano guide che comprendano appieno la materia e siano capaci di coadiuvare la politica, l’Amministrazione, a coordinare gli sforzi di programmazione in maniera specifica e chiara. È da superare cioè un’annosa mancanza a Napoli di cultura d’impresa all’interno delle pubbliche amministrazioni. Solo un raccordarsi di queste e altre condizioni può permettere una ri-creazione di un contesto favorevole per la ripresa economico-finanziaria e l’innesto di nuove forze produttive sul territorio napoletano. Gli esperti nel corso del focus group hanno inteso dedicare parte dei propri lavori convintamente all’analisi specifica della questione Porto quale, tra l’altro, banco di prova per un lavoro di squadra tra diverse amministrazioni e diversificati player imprenditoriali. Il porto di Napoli è stato definito come la prima industria dell’area metropolitana con ricadute interconnesse e immediate con il settore turistico, culturale e dell’indotto. Il porto allo stato attuale non è divenuto ancora, come in altre realtà europee e mondiali, lo snodo fondamentale, il cuore pulsante per gli scambi economici, di merci e di relazioni. Urgono a tal proposito interventi logistici e infrastrutturali di contorno per evitare un ulteriore isolamento dell’area porto dall’ambiente produttivo circostante: trasporti su ferro e gomma, stazioni, investimenti in rigenerazione urbana e sulla sicurezza. In particolare si è riflettuto sul rendere velocemente e pienamente operativa e innovativa l’area portuale lato Vigliena così come ipotizzare riqualificazioni della parte antica partendo dalla Darsena Acton. Inoltre si è discusso sull’utilità di dare maggiore e più forte slancio al settore della cantieristica da diporto, eccellenza da anni degli operatori napoletani del settore. Non ultimo discutendo di portualità si è più volte ribadito come in generale sia possibile e auspicabile inserire Napoli nelle ZES – Zone economiche speciali. Un altro approfondimento, seppur non redimente, gli intervenuti lo hanno dedicato all’area di Bagnoli, ravvisando, pur con dei distinguo, un clima di cambiamento e di potenzialità nella gestione che passino da un modello di gestione in stile Expo Milano.
La seconda parte dell’incontro ha infine formulato per Napoli e l’intera area le 4 A, i quattro settori di punta e eccellenza su cui il futuro Sindaco con la corresponsabilità di tutti, amministrazioni e forze produttive, dovrà impegnarsi per offrire realmente alla Città una proiezione di ripresa economica e insieme una più forte immagine e rispettabilità nazionale e internazionale. I quattro settori sono stati individuati in: Aerospazio, Automotive, Abbigliamento e Agroalimentare. Accanto a queste non è da sottovalutare le occasioni di sviluppo che Napoli può offrire in termini sia di fonti energetiche alternative e dell’informatica d’avanguardia. Attività che più di altre, in conclusione, sono strettamente legate ad una revisione e incentivazione al mondo della formazione professionale e accademica di qualità che sia ancorata alle richieste attuali del mercato, ma soprattutto alle prospettive future di sviluppo della Città.